Recents in Beach

Handicapping, il torneo degli ippici (di Franco Raimondi)

Riportiamo un articolo per concessione SGA di Corsa, prodotto da Franco Raimondi. Leggi fino in fondo.
Ricominciamo da 1.120.000 euro, spicciolo più spicciolo meno. Il movimento di gioco realizzato sulla giornata del Jockey Club che ha richiamato a San Siro più di 4.500 spettatori.  Non un’adunata oceanica ma una base da cui ripartire e per una volta, in quest’anno di segni meno, possiamo registrare un più nelle scommesse rispetto all’anno precedente. Un dato controtendenza, finalmente.
Domenica abbiamo fatto finta di avere freddo – siamo a metà ottobre e a Milano … - e ci siamo goduti un convegno di corse come si deve. Certo, a favorire il concorso di pubblico c’erano tutti i fattori giusti: nessuna concorrenza calcistica, nessun evento in città, la presenza di Lanfranco Dettori (forse non ve ne siete accorti ma sposta almeno 2.000 spettatori da solo), Se si mettono sulla bilancia i 4.500 di San Siro e i 27.000 di Ascot per il British Championship di sabato e si considerano gli sforzi di marketing e gli investimenti sugli impianti, verrebbe da dire che il nostro basso profilo è una formula vincente dal punto di vista economico… In realtà non è così. L’ippica del 2011, proiettata sul 2020 deve fare i conti
con due nodi che sono più importanti del montepremi e della sua distribuzione:
1) Il posizionamento sul mercato dello spettacolo sportivo, a fronte di una concorrenza imbattibile come quella del calcio ma con spazi per potersi inserire.
2) La riconquista di un territorio sul mercato della scommessa abile – non quello dei giochi – in cui c’è un solo avversario, maledetto e sostenuto con la grancassa dai media, il Texas Hold’Em.
Proviamo ad affrontarli. Tanti anni fa, con il caro collega e amico Sandro Cepparulo, avevamo trovato una formula per difendere l’ippica dagli attacchi degli altri sport che ci ritenevano degli oscuri biscazzieri. “Non dimenticate che l’ippica è il solo sport che manda in scena uno spettacolo completo per 364 giorni all’anno su tutto il territorio nazionale”. Quella risposta che ci eravamo preparati non è più attuale, anche se fa parte del nostro orgoglio. Gary Burns, il direttore del canale televisivo Sky Australia, ci ha insegnato che esistono due tipi di ippica: quella di serie A, che attira il grande pubblico e le grandi scommesse, e quella di serie B – quotidiana – che serve a tenere a galla le piccole scuderie, gli allenatori e i fantini che raramente hanno la copertina ma devono comunque vivere perché senza di loro non ci sarebbe la serie A. 
L’errore del sistema Italia, ma anche in Francia si sta prendendo quella strada, è che serie A e serie B finiscono per coincidere e sovrapporsi. Il risultato è che la serie B fagocita la A. 
Un sistema virtuoso dovrebbe puntare su un’ippica del week end (quella di serie A) e una infrasettimanale, in un certo senso propedeutica alla prima. Il contrario, ad esempio, della decentralizzazione francese. Punto secondo. Le scommesse. L’ippica è lo sport che le ha inventate ma non ha saputo gestirle o meglio, adeguarle alle esigenze della clientela. E’ vero che un vincente resta un vincente e un’accoppiata sarà sempre un’accoppiata ma il Texas Hold’Em ha saputo inventare altre strade.
La balla del poker sportivo, ad esempio. Uno dei freni maggiori per chi si avvicina a un gioco “di soldi” è il timore di perderli e finire stirato. I Texani hanno inventato il marchingegno dei tornei, dove paghi un’iscrizione, sai quello che perdi e puoi immaginare di vincere tanto. Se scopri di essere un asino puoi abbandonare il gioco senza troppi danni. Gli americani, che sono quasi sempre quattro semafori avanti, stanno incrementando un segmento simile, quello dei tornei di “handicapping”, diciamo di puntatori. Il meccanismo è semplice. Paghi 100 dollari di iscrizione, partecipi a una sfida con altri 1.000, e cerchi di dimostrare la tua abilità nello scegliere i cavalli giusti, valutando rischi, chances e quote. Oltre all’aspetto “del soldo” c’è quello socializzante. Se vinci un torneo di handicapping non sei un personaggio al limite del lecito ma uno “figo”, abile. L’handicapping sta conquistando spazio sul mercato dei “giochi” di abilità, rubandolo al Texas Hold’Em, e soprattutto ha messo in moto la costruzione di una nuova generazione di puntatori, analisti terribili, che spaccano il capello in quattro. 
Le alternative sono due. O l’ippica riesce ad adeguarsi o continua a vivacchiare, un orrore dopo l’altro (tipo l’ordine d’arrivo sbagliato nel Porta), fino a quando qualcuno non deciderà di staccare la spina.
P.S. Fatti, non parole. DiCorsa e Mondoturf vorrebbero organizzare un torneo di handicapping. Chi vuole partecipare può mandarci una mail, vedremo di mettere insieme una cosa simpatica e a tal proposito, cerchiamo SPONSOR. Contattaci, è una cosa seria. 
Puoi scrivere direttamente per email: gabrielecandi@hotmail.it oppure per rispondere direttamente sul sito, usa il form qui sotto: Clicca su "commenti", scrivi il tuo pensiero, e poi nel menu a tendina dove appare "commenta come" clicca su "anonimo" e poi pigia su..."posta commento" e..il gioco è fatto, e puoi firmarti anche dopo. E' facile, interagisci con Mondoturf!

Posta un commento

0 Commenti