Dopo la figuraccia rimediata qualche giorno fa a Verona, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania è tornato a parlare facendo una sorta di marcia indietro rispetto a qualche giorno fa. Ecco le sue parole testuali nelle dichiarazioni rilasciate qualche ora fa, e che sono state riprese da varie agenzie di stampa. Sentite qui: "Il ministero dell'Economia, con un atteggiamento che trovo incomprensibile, non ci mette a disposizione i soldi previsti in bilancio per l'ippica: non una richiesta aggiuntiva, ma uno stanziamento di 240 milioni per finire di pagare il montepremi delle corse del 2012". Lo ha detto all'Ansa, oggi a Bruxelles il Ministro stesso, secondo cui "c'è un forte disagio nel settore ippico, gli operatori sono in gravissima difficoltà, i soldi stanno lì, ma ci viene impedito di utilizzarli". "Purtroppo - tiene a sottolineare ancora il ministro Catania - stiamo incontrando, e mi dispiace dirlo, molte difficoltà con il ministero dell'Economia, sia sul tema dei terreni agricoli demaniali per darli ai giovani, sia per l'appunto sull'ippica. Un atteggiamento sorprendente perché i soldi sono a bilancio, il ministero li chiese durante la procedura di legge di stabilità e di bilancio,e gli operatori aspettano ancora i pagamenti del 2012".
Insomma, Catania è stato meno distruttivo rispetto a giovedì quando disse testualmente che.."Davanti a situazioni pesanti della Finanza Pubblica che hanno rischiato di far chiudere i finanziamenti al mondo agricolo, non si può pretendere che si finanzino le corse dei cavalli", dopo che alcuni allevatori (Enrico Tuci dell'Allevamento Trebisonda e Francesco Farina dell'Allevamento Franskraal) hanno interrotto un convegno sull’ortofrutta che il Ministro stava tenendo proprio a Verona per cercare di portare i riflettori sulla situazione del comparto ippico. Tra le forme di protesta, è stato esposto uno striscione contro il Ministro reo, a loro giudizio, di lasciar morire l’ippica.
Quindi, ricapitolando, i soldi ci sono ma non possono essere utilizzati per colpa di un sistema eccessivamente burocraticizzato.
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