E adesso, chi è il vero demone? Sarebbe lecito pensarlo, a questo punto. Cristian ha battuto Mirco, fratelli coltelli nella trasposizione sportiva di un evento che mai si era verificato in Giappone: due fratelli, primo e secondo in una corsa di Gruppo 1, la prima in carriera per Cristian, peraltro una Classica. Cristian e Mirco, lontani anni luce da una realtà italiana ed oggi sulle copertine di tutti i quotidiani sportivi in Giappone, a firmare autografi in città. È arrivato mio fratello, la pellicola con Renato Pozzetto, ora lo conoscono anche in Giappone: La figura di quello sveglio, Raf Benson, l’ha fatta il più giovane, Cristian che non avrebbe neanche dovuto montare ma anzi si stava apprestando a vivere da tifoso le gesta di fratello Mirco “Ovidio Ceciotti” su quella Red Oval che Cristian conosceva bene per averla montata in un trial, un pò così a dirla tutta. Ed invece, Cristian, è riuscito a saltare sull’ultimo treno possibile per la Classica grazie a un colpo di fortuna per lui, ed uno di sfortuna a Genki Maruyama, fantino designato della vincitrice, caduto rovinosamente il sabato a Fukushima. Ecco le due facce della stessa medaglia, in un confine sottilissimo. Cristian, con le sue 14 vittorie stagionali nel periodo giapponese, ha convinto Takahisa Tezuka a dargli una chance, ha ricevuto poche indicazioni e se l’è ritrovato abbracciato alla cavalla dopo la corsa. La femmina Ayusan, nemmeno la favorita, anzi la settima del campo a 17/1, ha vinto le Oka Sho ad Hanshin (le 1000 Ghinee Giapponesi, la prima classica della stagione) grazie ad una monta come al solito quadrata, efficace, energica trasmessa alla sua tramite la galvanizzazione dei muscoli di Demurino. Cristian si è trovato a lottare con Mirco, lo ha pietrificato tipo Medusa e gli ha rubato il forcone con il quale lo ha ricacciato indietro. Lo stesso forcone che di solito usa lui contro gli avversari. Mirco ha perso nello stesso identico momento in cui era convinto di vincere, questione di attimi; con Red Oval negli ultimi 100 metri ha passato Ayusan di mezza lunghezza, ma quest’ultima nell’ultimo slancio è ripartita: “L’ho riconosciuto sentendolo arrivare, Mirco ha emesso i suoi soliti versi quando è convinto di vincere, mi ha passato ma la mia è ripartita alla grande, allora ho gridato io!! Se l’è presa li per li, neanche mi ha dato la mano dopo la corsa, non perché non fosse contento per me, era semplicemente basito! Ma sono felice, era un occasione inaspettata e trovo sempre grande soddisfazione a battere quello che considero il mio primo maestro. Ma dopo, con calma anche lui mi ha fatto i complimenti, anche se stentava a crederci. Ci vogliamo bene, ma conta solo la vittoria!” Ecco le due facce della stessa medaglia, il brivido della vittoria, l’agonia della sconfitta. Cristian che dal mazzo delle probabilità ha pescato la carta “esci gratis di prigione, passare per il via, vinci un G1”. Mirco ha pescato nel mazzo della sorte la carta degli imprevisti e ci ha trovato su scritto: “tuo fratello” Ma il bello è anche questo, vincere o perdere alla fine accade di fronte a 100,000 spettatori felici di esultare, nella stagione della Sakura, il simbolo del Giappone, quando il ciliegio in fiore esprime tutta la sua fragilità e caducità ma anche la rinascita, la bellezza dell'esistenza. “Sono felice, era anche il mio primo G1. Me la sto godendo, lunedì mattina sono andato a farmi in giro ad Osaka, mi ha fermato tantissima gente: Autografi, fotografie, tanti complimenti. Mirco invece è rimasto a dormire, lui dorme sempre. Ma vorrei tanto che gli italiani vedessero e capissero com’è l’ippica vissuta da questa parte del mondo…”. E domenica prossima già si pregusta la rivincita o meglio un’altra sfida in famiglia. A Nakayama c’è il Satsuki Sho, le 2000 Ghinee maschili, Cristian è stato ingaggiato per Imparator, un Deep Impact di Masazo Ryoke, mentre Mirco ancora una volta sarà sul più considerato Logotype in coppia al quale ha ottenuto la vittoria nel Gran Criterium giapponese. Da lontano, vi guarderemo. Dateci dentro.
Gabriele Candi
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