Come mai non si vedono più le corse straniere in Italia? La polemica impazza. Chi a favore della soppressione, chi contro. Qui su Mondoturf ospitiamo qualsiasi punto di vista, ma prima vogliamo capire la vera motivazione ed entrare nel nocciolo del problema. Le corse estere non devono solo toccare un aspetto economico, importante si, ma non solo quello è fondamentale. Al di là di tutte le questioni relativa alla raccolta che verrebbe meno (aspetto importantissimo, anche quello) c'è anche un aspetto culturale ed intellettuale da salvaguardare, ma tutto a questo punto sembra incrinarsi. Colpa di una eminenza grigia che trama nel buio con non pochi adepti, o di una questione economica-finanziaria e di diritti televisivi? Immaginate che al posto di Aintree vedremo qualche corsa da 3 partenti in giro per l'Italia, o al posto delle Craven o delle Greenham o peggio delle 2000 Ghinee inglesi o del Derby di Epsom vedremo una delle tante corse improponibili che l'Italia offre. Ospitiamo a tal proposito una riflessione e la posizione di Mario Berardelli, ben disponibili ad accogliere altri punti di vista ma senza distogliere l'attenzione sull'importanza del nostro sport...se tale lo si puà ancora considerare. Buona lettura.
Ci sono argomenti, temi, momenti nei quali è necessario intervenire con decisione. Per mettere dei paletti e perché è già successo tante altre volte che, signorilmente tacendo, altri si siano presi invece del dito l’intero braccio. MONDOTURF è il Fort Apache del turf, la ridotta dove convengono i veri amanti e appassionati disposti a combattere la loro battaglia (speriamo vincente) in nome della vera essenza del nostro sport , la qualità, la selezione, lo studio, l'informazione profonda e a tutto campo. Da lunedì sugli schermi e in accettazione scommesse sono scomparse le corse estere. Questa la notizia. E’ grave anche perché, legittimamente per carità, c’è stato chi subito ne ha rivendicato la bontà, la giusta valenza e questa ci sembra la cosa più pericolosa. Come mai sono scomparse le corse estere? Sembra, dicono i boatos, che si tratti di mancati pagamenti dei diritti vari, sembra che non si trovi chi abbia potere di firma, sembra che in sede ministeriale da vari uffici siano stati fatti dei rilievi prettamente burocratici (manca un bando, come si fa con il pagamento estero, come la mettiamo con l’Iva e le tasse e via dicendo). Sembra, sembra, sembra. Troppi sembra e su tutto si addensa già la nuvola nera del signore oscuro, la burocrazia che tutto inghiotte e tutto cancella, accantona, rimanda. Si parla di una settimana e poi tutto sarà sistemato, dicono gli ottimisti. Ci crediamo con fede assoluta ma troppe volte abbiamo visto che situazioni momentanee si sono protratte all’infinito e si deve tenere conto del fatto che ci sono anche interessi che spingono proprio in direzione della abolizione. Il lettore, quello autentico, di Mondoturf ha diritto pienamente di vedere sostenuto, anche a futura memoria e se tutto si sistemerà, il suo pensiero e con chiarezza e che ci auguriamo di interpretare, rispettosi delle opinioni contrarie. Per la cultura ippica italiana e nello stesso tempo (lo ha autorevolmente e con cognizione di causa sostenuto Ginestra, ecco il suo pensiero cliccando QUI) per la economia del settore non possiamo prescindere dalle corse estere in palinsesto, accettazione e nelle immagini televisive. Questo concetto vogliamo esternare con chiarezza assoluta perché in un attimo siamo tornati indietro non di 20 anni ma di una eternità, siamo scomparsi dal villaggio globale. Esattamente come quelli che farneticano e desiderano la stessa cosa nella vita sociale del Paese. Chiariamo bene a scanso di equivoci: l’ippica del terzo millennio e già da prima vive una fase altamente e assolutamente mercuriana, la sua è una cultura globale, l’esatto contrario della auto ghettizzazione illusoria. Non è pensabile, dopo che negli ultimi dieci anni in cui sono le sono stati inferti colpi mortali, la cultura del settore che con grande sforzo aveva raggiunto dei risultati intellettuali tali da agganciarci, sia pure con fatica, alla vera ippica globale possa adesso sopportare anche questa ultima decisiva mortificazione. Proprio nel momento, primavera estate, in cui esplode il grande turf europeo. Un delitto che soltanto chi non è ippico ma qualche altra cosa, chi non possiede per nulla alcun elemento intellettuale distintivo del vero appassionato può concepire. Non è accettabile da chi è libero intellettualmente e ama sul serio questo settore. Non entriamo nel merito prettamente economico perché come abbiamo detto molto ma molto più con cognizione di causa si espresso Francesco Ginestra. Entriamo purtroppo invece nel merito tecnico anche se con paradosso: l’ultima corsa del più sperduto ippodromo del mondo sarà sempre migliore, interessante, coinvolgente, appassionante ed educativa, purtroppo ma è cosi, di tantissime corse indegne cui siamo costretti ad assistere sui nostri campi. E’ triste doverlo dire ma è cosi. Sarebbe come se nel calcio invece della Champion , della Uefa, dei vari campionati esteri e mondiali ci facessero vedere, oltre al campionato di serie A e B per carità, quello di serie C e la coppa Italia dilettanti. Invece di Juve –Bayern ecco Entella - Portogruaro. Attenti: questa può essere non soltanto la battaglia per le immagini delle corse, questa è la linea del Piave contro coloro che vogliono silenziare l’essenza e la cultura dell’ippica, in nome del nulla intellettuale e dell’appiattimento imprenditoriale, in nome della dannosa burocrazia. Per questo non possiamo tacere, crediamo di avere il diritto ad esprimere almeno la nostra opinione, rispettosi sempre di quelle degli altri.
Mario Berardelli
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