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Mario Catania: Un vero ippico a MIPAAF (estratto da Per Sport edizione del 17 Novembre) di Mario Berardelli

Purtroppo è Laziale (avrei potuto censurare Mario...ndr) ma il peccato è ampiamente mondato da un militanza  ippica  prova di bomba. Mario diventa ippico  doc negli anni giusti, i suoi venti  e l'inizio dei 70 del secolo scorso. Le corse, l'ippodromo, il fascino della scommessa e soprattutto quello della ricerca, dell'analisi, dell'approfondimento hanno avuto su di lui come su tante generazioni di ragazzi lo stesso effetto di un vaso di miele sugli orsi. Irresistibile. Un periodo indimenticabile scandito da comune militanza e passione, i pomeriggi alle corse, ah quanti ricordi,  rigorosamente sulla tribuna a 200 dal traguardo ( i grandi premi , derby in testa , su in alto sul tetto) tenuti tutti a chioccia da Giorgio Giubilo. Un cenacolo splendido che poi si arricchiva a cena , tutti noi Giovani Ippici che fondammo e ci ritrovammo nell'ANGI , per non dire poi di Ippica Nuova il vero nostro momento di ebrezza, la nostra rivista della quale anche Mario Catania fu redattore capo e sulla quale scrisse, dopo la vittoria nel derby , che Gay Lussac avrebbe rappresentato il cavallo del domani la dove Tierceron rappresentava il passato. Polemizzammo  ma lui era già mercuriano e noi lo saremmo diventati solo 30 anni dopo. Mario a differenza di molti ragazzi totalmente rapiti dl turf non trascurò, altroche, gli studi, si laureò  vinse diversi concorsi. Scelse, secondo noi per vicinanza con il turf,  il Ministero Agricolo. Diede un senso tangibile alla sua militanza quando accettò, sembrò a tutti noi una scelta obbligata, di fare il Commissario alle corse e per diversi anni cui fece seguire , gli impegni al Ministero diventavano pressanti, quello più gestibile di membro della Commissione di disciplina, lui al Jockey e noi allo Steeple. Con il tempo ha dovuto lasciare anche questo incarico ma il cordone ombelicale che lo ha legato e lo lega all'ippica non si è mai reciso né mai lo sarà. Il fatto è che Mario , diventato Direttore Generale, rappresenta da quasi 20 l'Italia Agricola a Bruxelles e dal quel  ruolo è totalmente stato preso. Ci siamo comunque sentiti e anche visti fino a non molto tempo fa, è più che mai vicino  e sensibile ai problemi , che conosce più che bene, del settore. Se sei stato ippico nel momento giusto lo sei per sempre ! Adesso la tenue fiammella, quasi invisibile , che tiene in vita il settore e che è ridotta a un cerino spento o quasi è finita nelle tue mani, caro Mario. Tutti noi ippici autentici di allora e i tanti altri che lo sono diventati dopo ti guardano e sperano. Si , tutti speriamo che riesca a farla ridiventare un falò enorme come era una volta, capace di scaldarci tutti.  Ci proverai, non abbiamo dubbi e per questo che i ragazzi di allora..... ( te li ricordi?  Carlo Bini, Antonio Conte, il Carlino, Diego, Enrico e Sandro Bolasco, Stefano e Sandro, e quelli come Sergio e Maurone che non ci sono più...) ti dicono grazie a prescindere insieme a tutti gli altri ippici che hai conosciuto e apprezzato come Francesco e non solo ovviamente. Siamo con te senza se e senza ma, è con te questo Giornale su cui puoi contare sempre. Vorremmo tutti finalmente e non per finta come è stato tante volte poterti chiamare.... il nostro Ministro. Che bello! Forza Mario prova a regalarci il sogno di un'Ippica Nuova che poi sarebbe quella vecchia.... la nostra, la tua. Con i suoi valori fondanti, la sua passione, con l'orgoglio di essere ippici. 

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